Nella storia dell’umanità, ci sono stati molteplici episodi di vandalismo o peggio ancora di distruzione verso archivi e biblioteche, che custodivano gran parte dello scibile umano. Il saccheggio della biblioteca di Alessandria è tra i grandi esempi di una tragica perdita di opere della conoscenza umana. La conservazione di tale patrimonio è stata da sempre una grande preoccupazione per l’umanità.
Con l’avvento di Internet, la quantità di dati che la società crea ha visto una crescita esplosiva della documentazione disponibile, soprattutto negli ultimi 10/15 anni. Google ha costruito un impero economico globale in grado di catalogare le informazioni e renderle immediatamente disponibili, fondamentale è stato lo sviluppo del cosiddetto processo di data entry, come spiega Ciesseservices, esperto di data entry a Milano.
Gran parte di queste informazioni esiste solo in formato digitale .
Ma il backup dei contenuti digitali è davvero efficace? Le informazioni non saranno tutte reperibili nei prossimi 200 anni a causa di bit-rot e backup andati a male. In realtà, non è solo probabile, ma inevitabile. Facciamo un esempio. Al giorno d’oggi vengono create delle vere e proprie opere d’arte in illustrator o Photoshop che hanno il potenziale di essere la Gioconda della nostra epoca, opere senza tempo che potrebbero esemplificare il nostro tempo e la nostra società. Ma il mezzo su cui sono state create queste opere d’arte è molto più fragile di una carta di riso o di una tela ad olio. Infatti la memorizzazione di tali opere, molto probabilmente, verrò impresso su un supporto magnetico di per se molto instabile. Il rischio di perderle sarà alto a meno che non venga costantemente copiato, inoltre col passare del tempo i supporti rischierebbero di diventare obsoleti e inaccessibili, anche nel caso improbabile che i dati contenuti nel dispositivo rimangano intatti e non corrotti. Poi vi è il fatto che, se il valore di tali creazioni non vengono immediatamente riconosciute, la possibilità che sopravvivano senza mai essere scoperti sono remote. La conservazione dell’intelletto umano si basa sempre più sulla nostra capacità di identificare in modo da proteggere ogni dato nel presente e renderli accessibili nel futuro preservandoli in modo continuo. Nonostante tutto questo stiamo digitalizzando sempre più informazioni. Tutto viene memorizzato in formato digitale: libri, riviste, musica, arte e ogni altro pezzo della creazione e della conoscenza umana.
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